Sensazione rilassante quando mi sveglio al mattino e che non sia giorno di lavoro, allorché apro timidamente gli occhi per realizzare la sensazione di essere al di fuori di me, come
sbirciando dalla fessura di una porta semiaperta qualcuno, scoprendo che quel qualcuno sono io che guardo tutto ciò che mi sta intorno e che conosco alla perfezione solo che, quando lo
faccio al mattino per inaugurare l'inizio di un nuovo giorno provo la soddisfazione di quando ti guardi allo specchio e ti osservi comprendendo meglio ciò che fai e come sei.
Soddisfatto di aprire gli occhi che è come nascere, esattamente come nascere, quando per la prima volta vedi la luce e respiri utilizzando appieno i polmoni e piangi gridando al mondo del
disagio che hai nel cambiamento appena subito e subito affrontato in faccia al mondo, anche ai tuoi stessi genitori dei quali riconosci subito di aver bisogno, e del loro calore.
Così al mattino di quel nuovo giorno con l'attraversamento di ogni ora e di quel viaggio che la luce fuori compie iniziando ad illuminare di rosso l'aria che respiri fino a quando l'imbrunire,
tempo di riflessioni e speranze, giunge premeditando la sera con l'alternante luccichio delle stelle.
C'è silenzio... ma non di tristezza, anzi di quel profondo piacere di essere vivo e di occupare un posto nel mondo e fra i suoi abitanti della qual cosa non sempre si può essere orgogliosi, ma
considerando lo spazio espresso da te nell'occupare un posto fra il pulviscolo atmosferico sospeso da secoli, si! Di poter pensare e piangere e parlare e pronunciare le parole che ti
esprimano come le azioni, le offese, la gioia. Solo alcuni dei sentimenti che contraddistinguono e segnano la nostra vita qui, mentre spesso la degradiamo ad un mero incidente di percorso.
...Non muovo nulla, rimango immobile mentre questi pensieri affollano la mente senza appannare la vista che scruta l'ambiente circostante con la curiosità della prima volta, e non lo è, ma
in quel momento è come se lo fosse.
Guardo lo specchio delle ante centrali del grande armadio che è sempre pieno di vestiti ma adesso solo da uomo, solo i miei, non riesco a specchiarmi
perché indugio nei movimenti, sono solo gli occhi a muoversi, e quindi posso vedere solo ciò che si può vedere non muovendo niente altro. Roteando le pupille osservo quella tenda che
non mi è mai piaciuta, scelta non fatta da me, rimasta ancora montata a scurire la stanza quando il sole vorrebbe entrarci senza trovare ostacoli e la porta, quella per accedere in sala, che
chiusa, costituisce la separazione dal tram tram dello scorrere nella routine di ogni giorno, non appena comincerà davvero per me, adesso sto solo sognando ad occhi aperti immaginando
come sarebbe il mondo, come sarei io, se quei momenti si diluissero per tutto il giorno correndo il rischio di non cessare mai.
Li richiudo per godere di quel momento giunto quasi alla sua fine, invece.
Profondamente soddisfatto di poter guardare ed ormai di poter vedere qualcosa, di poter intravedere le ambiguità e
l'inganno, la pulizia e la sincerità.
...La vita comincia davvero quando la senti scorrere nelle vene.