Uomo

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23 gennaio 2016

IN QUELLA CASA




















La prima volta che sono entrato in quella casa non mi sembrava vero. 
Una disordine ed un lezzo sopportabili a stento con quella voglia di andar via al più presto possibile. Lei, una donna di mezza età dall'aria completamente smarrita e gli occhi vivi quando mi è venuta ad aprire quella porta che mi avrebbe spalancato al suo mondo.
Ma non faccio in tempo a riprendermi da quello che vedo e dalle sensazioni che ho, che sbuca da un lungo corridoio un ragazzo che forse aveva appena raggiunto la maggiore età inveendo contro sua madre rimproverandola che non avrebbe dovuto aprire perché l'appuntamento che avevo e che loro sapevano di avere con me, era saltato e tutto si sarebbe dovuto rimandare.
Ma l'aria di quel ragazzo non era quella di un ragazzo bensì di un maleodorante genitore dalla barba rada ed incolta del genere di quella appena cresciuta con i peli talmente morbidi che hai tutti i motivi per dire che doveva prima rinfoltirsi per poter quantomeno essere ascoltato quando avesse dovuto parlare anche solo accennando a sua madre!
Vengo a sapere successivamente che quella donna era gravemente malata di una malattia degenerativa e che non aveva molte speranze. 
Tutta la famiglia per motivi nascosti aveva preso il sopravvento su di lei compreso il marito che con il suo atteggiamento aveva implicitamente autorizzato ciascuno dei figli a comportarsi così con lei.
L'ultima volta che ci siamo visti, non perché non ci sia più perché solo descrivo l'ordine di tempo delle cose, quella stessa donna mi ha trattenuto più di quanto non potessi rimanere per le mille cose che avevo da fare quel pomeriggio, appena prima delle feste, ma non riuscivo ad andare.
Mi ha mostrato, sorridendo, un vaso posto in cima ad una libreria, in bella posta e dominante tutto il salone. Posto emblematicamente rappresentativo. "...quella rosa me l'ha regalata un uomo, mentre stavo passeggiando con mio marito, e nonostante mio marito quell'uomo me l'ha comunque data"...! 
Sorridendo di quel sorriso eloquente della vita, del desiderio fortissimo di vivere e di essere profondamente rispettata, mentre mi raccontava di quanto era accaduto. "... non mi permettono di fare nulla, io so guidare e comprendo tutto, ma mi trattano come se non ci fossi più..." aggiunse mentre accentuava quel sorriso che si meravigliava, nonostante la soddisfazione, che quella rosa fosse stata data proprio a lei.









































'Craving'

Gianni Antonazzo










































10 commenti:

  1. Che tristezza...
    Ma come questa storia ci insegna, c'è sempre una luce, piccola, ma c'è, perchè torni a nascere una speranza.
    Una rosa. Un fiore. La gentilezza dell'anima. Che sempre più spesso sta svanendo.
    Dolce e struggente il commento musicale.

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    1. Meno male che anche se fioca, quando tutto è buio di certo riluce e si fa notare. Sono molte le cose di cui abbiamo bisogno e non parlo di bisogni fisici in questo momento, ma abbiamo forse dimenticato di quanto siamo diventati interiormente denutriti, camminiamo a stento e ci reggiamo in piedi a malapena. Non credo che si possa tornare alle origini, almeno non se non imnperversa un cambiamento dello stato delle cose. Forse allora...

      Grazie per l'apprezzamento del pezzo.
      Serata solitaria improvvisando.

      Salutone a te

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  2. Un racconto che sa di amaro, e lascia una gran amarezza, nonostante la rosa ricevuta in regalo.
    Ciao Uomo.

    25/01/16, 23:21

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    1. Un peso tardivo ad andare che ti permette di guardare dentro all'animo dell'uomo dove talvolta ritrovi tutto il marcio dimenticato dal tempo.

      Buona serata a te

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  3. Non c'è niente di peggio che ritrovarsi estranei nella propria casa, con estranei seduti alla propria tavola chiamati "famiglia"...

    proprio vero, se vuoi conoscere la vera natura che si cela nelle persone devi metterle nella condizione peggiore. Questo racconto è toccante, struggente, e concordo col termine "amaro", ma nell'oscurità c'è sempre una luce che si accende per ricordarci che non siamo soli, per darci forza, per dirci che al di là di quel che vediamo qualcosa di più grande, per noi, c'è... e quella rosa non è accaduta per caso, sono certa che sia così.

    Spero solo che anche ai familiari di quella donna, prima o poi, la vita risponda...

    Grazie per questo spaccato di vita, Gianni, c'è sempre da riflettere...

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    1. Ti confesso che non è stato facile apprendere di quello stato di disagio indotto ma quel sorriso, attraverso il quale mi tratteneva mentre stavo andando via, per quello che ho intravisto nei suoi occhi che desideravano dire ed essere creduti, per tutto questo e per un attimo sono rimasto senza parole, mentre la osservavo, per quanta tristezza c'era.

      Grazie Cécile

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  4. Vi sono realtà con le quali si deve convivere , ci sono malattie che non sono vere e proprie malattie fisiche , ma psichiche , dove la mente si rifugia quando vuole evadere dalla vita
    in cui si trova, dal male di vivere una condizione familiare ... Scusa questo pensiero , questa storia me ne ha fatta ricordare una se non similare forse peggio ...raccontatami da una donna che circa 6 anni fa conobbi in rete , e ne ebbi un'incredibile pena , e lei mi racconto' tante cose
    della sua vita , di cosa le era successo , era una sarta e lavorava come tale ...ora non sto a raccontarti , ma non tutte le famiglie ,hanno a cuore la salute dei propri cari , spesse volte vengono lasciati soli ,in disparte, abbandonati ...
    Molto toccante la storia che haiscritto .
    Uncaro saluto
    Rosy

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    1. Si sente il carattere di un dolore sordo ed incomprensibile di quelli che fatichi a comprenderne la logica. In ogni spazio riempito dalla ragione e dalla sobria consapevolezza si permette la discettazione e la disanima, tale analisi speculatoria. Quando invece ogni azione e reazione sono considerate scontatamente insignificanti, allora cerchi ma difficilmente trovi una plausibile spiegazione.

      Grazie Rosy per questo tuo interessante commento e per l'apprezzamento.
      Scusami per il ritardo con cui ho il piacere di risponderti.

      Ti abbraccio.

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  5. Ciao Gianni e grazie a te per la tua delicata e preziosa presenza nel mio spazio .
    Ricambio di Cuore l'abbraccio per te.
    Rosy

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  6. Ciao Gianni e grazie a te per la tua delicata e preziosa presenza nel mio spazio .
    Ricambio di Cuore l'abbraccio per te.
    Rosy

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