Uomo

Uomo

25 settembre 2017

INVENTI






















Sul ciglio della fine di quell'altopiano,
immobile, ammirando quel vuoto che si para davanti
silenzioso e fresco, denso della salsedine rarefatta dal vento,
elevata sin lì in alto dal fragore delle onde
che si infrangono sugli scogli
o che si arrotolano al largo, giocando,
prima di raggiungere la riva
per farsi udire e notare
per la forza che dimostrano.




Un'estate trascorsa muovendomi
con la velocità del desiderio di scoprire
altre aree, altre spiagge, altre anime e corpi
e non ho ancora finito.
Ho fantasticato dei sogni
e ne ho conosciuto le pareti
ne ho toccato le porte, aprendole,
camminato sopra, lasciando le tracce
nei ricordi che ora affollano la mente.




Ho abbandonato quella vista
voltandomi e lasciandola alle spalle
per scoprirne ancora
di più vaste e ricche di motivi,
di quelli addotti per percorrere le vie del vento
che bagnano il viso di lacrime senza fermarsi,
che ti fanno palpitare e vibrare l'anima
come fosse corda di un violino
nelle mani di un virtuosista,
tutt'uno con il suo strumento,
fuso col mondo.




Il calore di questo sole
appena sorto all'orizzonte di un giorno vivace,
ricco dell'emozione della partenza
e della felicità del tornare
per la pausa di un tempo
che guarda ancora con gli occhi lucidi del desiderio
puro ed incontaminato del vivere
come mai e come mai sarà
se solo mollassi un attimo.














...Inventi la poesia,
traendola
dalla realtà che ti appartiene
nella miriade dei colori utili
   per dipingere
un futuro possibile