Uomo

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28 dicembre 2020

IL MARE D'INVERNO





Un tuffo e dritto sotto il pelo dell'acqua, nuotando per un pò senza uscirne ed utilizzando tutta l'aria disponibile fino a quando i polmoni stanno per scoppiare ed allora risali, ma senza smettere di nuotare, riprendi aria e ricominci con il ritmo, cadenzato fra bracciata e respiro, sincronia unica che ti permette di fare tanto, di coprire lunghe distanze senza alcun sopraffiato. 

Mentre affondi le braccia alternativamente nell'acqua per reazione una miriade di gocce si sollevano e ti prendono in viso ma tu continui, non sarà certo tutto questo a poterti fermare, e poi l'altro braccio mentre un altro groviglio di gocce ti invade poggi la testa da un lato sul pelo dell'acqua ed ascolti per qualche secondo ciò che il mare propaga inavvertitamente dandoti la possibilità di ascoltare suoni che impari col tempo a riconoscere come il motore di un fuoribordo o lo stridio dei ricci attaccati con le loro minuscole ventose agli scogli, ed è una sensazione straordinaria di libertà e di benessere superando le onde un pò più alte, quelle più larghe che ti fanno scendere giù per poi trascinarti in risalita e lui, il sole, che non smette di picchiare e guai se non lo facesse!

Si oggi siamo in pieno inverno ed è sera, nella mia città ora ci sono circa 9 gradi e fa freddo, il mare, perché è una città sul mare, dista da casa mia solo pochissimi chilometri ma tutti di palazzi e vie cementate, ma ora è proprio questo che sento, e che vorrei fare. 

Nel mare, l'ambiente in cui vorrei essere. 

Mi crogiolo nella pura illusione delle fantasie che spesso pervadono gli uomini ma mi piace che questo possa accadere, che possa immaginare sensazioni che non vivo adesso ma che è come se lo fosse, per quella inarrestabile voglia di vivere e di vivere ancora più che mai!!



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